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Fanciulle nel fiore degli anni, spose che scelsero di abbandonare la prigione della vita domestica, madri e mogli rimaste prive di figli e marito, agiate aristocratiche ed ex prostitute: ecco alcune delle protagoniste delle "Poesie delle monache" (Therigatha), qui tradotte in italiano in modo rigoroso ma moderno. Le Therigatha hanno una peculiarità: sono i primi testi di authorship femminile, entrati a far parte del canone ufficiale di una "religione", nonché la più antica antologia poetica al mondo attribuibile a donne. Donne che, secondo la tradizione, vissero durante la vicenda terrena del Buddha (VI-V sec. A.C.) e che, mosse delle più varie motivazioni - intime, spirituali e, perché no, pratiche - decisero di abbandonare la vita del mondo e accedere all'ordine buddhista, senza alcuna costrizione, ma seguendo alcune regole precise. Una cosa era certa: alle donne era concesso perseguire l'arduo cammino verso il nirva?a, una possibilità che il Buddha mai negò e che per questo rappresenta senz'altro uno dei lasciti rivoluzionari del buddhismo.